Successivamente il prof. Cavallera, spiegandone le motivazioni, ha consegnato la “Targa al Merito” a cinque Personalità che si sono particolarmente distinte: il prof. Donato Valli, il prof. Giovanni Cosi (assente per motivi di salute, ha ritirato la “Targa” la figlia), il dott. Alfredo Quaranta, il prof. Salvatore Cassati, l’avv. Vittorio Aymone che ha tenuto un intervento molto applaudito.
In questo modo la Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia ha inteso presentarsi pubblicamente sia come centro di ricerca scientifica sia come tutela e valorizzazione di personalità, eventi e testimonianze della realtà salentina.
La serata è stata particolarmente apprezzata e la Sala del Trono era gremita. Tra le tante Personalità presenti i Magistrati più significativi del mondo forense leccese, il Viceprefetto, il Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo salentino, numerosi rappresentanti della politica e della cultura, oltre che delle libere professioni.
ALCUNE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE
(Foto arch. G. B. Sodero)
Da sx: Prof. Giancarlo Vallone (Vice Presidente della Società di storia Patria per la Puglia), Avv. Claudio Pispero (Vice Sindaco del Comune di Tricase), Avv. Vittorio Aymone, Prof. Hervé A. Cavallera (Presidente della Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia), Dr. Alfredo Quaranta, Prof. Donato Valli e il Prof. Salvatore Cassati.
Da sx: Avv. Vittorio Aymone, Prof. Hervé A. Cavallera e il Dr. Alfredo Quaranta.
Sala del Trono di Palazzo Gallone
LA CONSEGNA DELLE TARGHE AL MERITO
Ch.mo Prof. Donato ValliDonato Valli, nato a Tricase, è certamente personaggio da leggere e ricordare su più dimensioni:
- per la carriera di docente universitario presso l’Ateneo Salentino presso cui è stato, oltre che Ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea, a lungo Rettore e sicuramente, dopo Giuseppe Codacci Pisanelli che l’Università di Lecce volle, istituì e diresse, il Rettore che più positivamente ha inciso sulla medesima;
- per il suo amore per la sua terra e per i suoi figli migliori, di cui ha saputo per decenni tratteggiare i lasciti letterari, costituendo nel corso degli anni un’opera insostituibile;
- per il suo impegno civile, per cui Donato Valli non è mai stato il puro letterato chiuso nella tradizionale turris eburnea, ma si è impegnato nel sociale e nella vita politica, non esitando ad esporsi in prima persona;
- per l’essere sempre stato, nonostante la residenza leccese, un tricasino verace, di cui ha conservato i caratteri umorali, l’animo schietto e talvolta irruento, la sincerità sempre palese pur all’interno di discorsi letterariamente, ma mai retoricamente, costruiti.
E a Donato Valli non sono mancati alti riconoscimenti sia nel mondo accademico e sia in quello civile, e soprattutto non gli è mancato l’affetto dei suoi concittadini.
La Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia, Società di cui è Socio Onorario, e della quale Sezione è stato tra i promotori e il primo Presidente, intende testimoniare la stima e l’affetto nei suoi confronti con una Targa al Merito anche alla luce di quella che a me sembra una delle sue più preziose consegne, di cui ovviamente è troppo presto trarre le conclusioni essendo egli ancora felicemente e proficuamente attivo.
Mi piace scorrere i titoli di alcune monografie di Donato Valli: Saggi sul Novecento poetico italiano (1967), Romagnosi e Manzoni tra realtà e storia (1969), Anarchia e misticismo nella poesia italiana del primo Novecento (1973), Girolamo Comi (1977), Storia degli ermetici (1978), Vita e morte del “frammento” in Italia (1980); Poeti e prosatori salentini fra Otto e Novecento: Giuseppe Gigli e documenti vari di cultura (1982), Cento anni di vita letteraria nel Salento (1985), Un cero per nostra Signora (L’università segreta) (1992), Aria di casa (1994), La mia università di tutti (1995), Emigrante per amore. Il cardinale Giovanni Panico (1998), Aria di casa (1999), Dal frammento alla prosa d’arte (2001), Storia della poesia dialettale nel Salento (2003) e naturalmente l’Opera poetica di Girolamo Comi da Valli curata (1977), gli scritti su Vittorio Bodini, Nicola G. De Donno, Geremia Re, Francesco Rubichi, Vincenzo Ampolo, e così via.
Ora, chi osserva la varietà della produzione scientifica non può che constatare come l’analisi di Donato Valli, al di là di alcuni temi, quali la disamina del frammento, che permeano tutta la sua riflessione scientifica, si sia soffermata, con lucidità e curiosità intellettuale, sull’evidenziare l’apporto, a più livelli poetici e contenutistici, di prosatori e poeti meridionali e soprattutto salentini, consegnando alla storia della nostra letteratura uomini e opere altrimenti destinati a scompaginarsi nel flusso della storia. Ha cioè scritto la storia della letteratura salentina del Novecento. Non solo. Egli ha saputo al tempo stesso – e ne va dato merito – fissare in notevoli pagine la storia del suo rettorato, sì da fornire materiale di estrema importanza per lo storico delle istituzioni educative e culturali. Per queste ragioni la Targa al Merito a Donato Valli nasce come un debito di riconoscenza nei confronti di uno Studioso Insigne la cui esistenza, per tanti versi, coincide con quella del suo Salento.
La Dr.ssa Marina Cosi ritira per il padre Giovanni, assente per motivi di salute.
Ill.mo Prof. Giovanni Cosi
Nato ad Arigliano, frazione di Gagliano del Capo, Giovanni Cosi ha dedicato tutta la sua laboriosa vita alla scuola e alla ricerca d’archivio.
Sotto-tenente dei Bersaglieri durante la seconda guerra mondiale, ha insegnato per quarant’anni nelle Scuole medie e superiori di Stato, sempre con onestà intellettuale e probità di comportamento.
Ma dal 1960 a tutt’oggi è stato ed è un infaticabile spigolatore, raccoglitore, analista di carte d’archivio, sia di Stato sia ecclesiastici, sì che la stessa, prestigiosa carica da lui ricoperta, di Ispettore onorario della Soprintendenza alle Antichità e ai Monumenti, non rende appieno la padronanza che egli ha acquisito nella frequentazione dell’Archivio di Stato di Lecce, oltre che di quelli parrocchiali, che gli ha consentito di riportare alla luce eventi e nomi dimenticati illuminandoli sempre con un commento asciutto ma rigoroso, chiaro ma mai sovrabbondante: direi essenziale, come lo sono i suoi scritti ove nulla di inutile o di accessorio è contenuto.
Ne sono traccia, mai da trascurare, i volumi Torri marittime di Terra d’Otranto (1989), Il Notaio e la Pandetta (1992), Notai leccesi del Cinquecento (1999), Frammenti di Storia salentina tra ‘500 e ‘700 (2001), Cronache del Cinquecento salentino (2006) e numerosi contributi in volumi collettanei.
Essi costituiscono una miniera inesauribile della quale i protagonisti sono sonettisti e contrabbando, convenzioni e testamenti, acchiature e controversie, librai e orologi da tavolo, palazzi signorili e cappelle, feudatari di antico lignaggio e congregazioni e ordini religiosi (dai domenicani ai cappuccini, ai carmelitani), menhir e dolmen, regesti e dicerie, accademie e chiese vendute ai privati, capomastri e spadari, orefici e schiavi, dottori in medicina, filosofia e diritto, perfino una nave fantasma, per non accennare alle ombre ingombranti dell’imperatore Carlo V e del filosofo Giulio Cesare Vanini.
E tutto questo attraverso un’indagine che attraversa e scompagina tutto il Salento, da Lecce a Parabita, da Gagliano a Tricase, Leuca, Salve, Alessano, Campi, Morciano, Taurisano, Castro, Corsano, Galatone e così via. Non vi è angolo del Salento, o meglio pezzo di carta, dal Cinquecento all’Ottocento che Giovanni Così non abbia recuperato, ricondotto alla luce, spiegato, ripresentato, ricollegato, chiarito.
Uomo parco nel dire, Giovanni Cosi ha nella sua opera effettuato una ricerca della realtà salentina che affermerei, in senso positivo, barocca, spaziando ovunque fosse possibile, evidenziando con prudenza ma con decisione diversi collegamenti, accenni, rinvii, ritorni, precisando sempre con garbo e sicurezza, divenendo, pertanto, un punto di riferimento insostituibile della ricerca d’archivio salentina.
Per queste ragioni la Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia, che lo ha visto tra i suoi iniziali sostenitori ne vuole riconoscere a chiare lettere il merito di indagatore insostituibile, quello di un uomo che veramente ha fatto, per il profitto di tutti, dell’archivio la sua dimora forse più amata.
Ill.mo Dr. Alfredo Quaranta
Nato a Marittima, frazione del Comune di Diso, Alfredo Quaranta ha dedicato la sua vita all’educazione, nella famiglia, nella scuola, nella sua comunità.
Insegnante dal 1941, laureato in Pedagogia, direttore didattico dal 1966, è stato collaboratore del Centro Didattico Nazionale di Roma come Maestro sperimentatore, dirigente del Centro Studi dell’AIMC di Terra d’Otranto, collaboratore del Gruppo Pedagogico di “Scuola Italiana Moderna” di Brescia. Infaticabile organizzatore di corsi estivi, di convegni didattici e di aggiornamento, di mostre educative, è stato ed è particolarmente un educatore vigile, sereno, appassionato, capace di infondere negli allievi, negli insegnanti, in coloro che lo frequentano l’ottimismo della ragione e della volontà.
I numerosi attestati di benemerenza da lui ricevuti, quali quelli concessi dal Capo dello Stato, di “Diploma di benemerenza di 2^ classe con medaglia d’argento” nel 1961, di “Diploma di benemerenza di 1^ classe con medaglia d’oro” nel 1984 e lo stesso Premio al “Merito Educativo” conferitogli a Strasburgo, presso la Maison d’Europe, sono la testimonianza di un’attività feconda di educatore che il mondo della scuola, riconoscente, gli ha tributato.
Ma Alfredo Quaranta non è solo un uomo di scuola e di studi che a tale mondo si collegano (i suoi volumi La scuola a tempo pieno a San Cassiano di Lecce, 1982, Il messaggio educativo di Giuseppe Monteduro, 1997, ma è anche uno storico della sua terra (Marittima, un paese del Salento, 1994) e uno scrittore in cui la descrizione della verità effettuale si fonde discretamente ma decisamente con l’esortazione educativa (Missioni di guerra, 1998; La valigia delle Indie, 2003).
In realtà, nei volumi di Alfredo Quaranta, scritti con garbo, piacevolezza e attenzione storica, traspare chiaramente lo spirito dell’educatore che i fatti sa illustrare non per se stessi ma per quello che essi hanno significato e possono significare, esplicitando la loro dimensione migliore per una vita migliore.
Sotto tale profilo, Alfredo Quaranta appartiene effettivamente al novero dei maestri cattolici che nell’Italia repubblicana hanno saputo per decenni operare con equilibrio, ottimismo e serenità, non soltanto trasmettendo le necessarie nozioni utili per la vita, ma formando caratteri, che è l’aspetto fondamentale per il quale quella dell’insegnante non può essere confusa con altre professioni. Egli, nel corso della sua lunga carriera di maestro e di dirigente, ha saputo coniugare le direttive ministeriali con le ragioni dell’educativo, insegnando a vivere rettamente più che egoisticamente, come del resto richiedevano i docenti universitari della Cattolica con cui egli collaborava.
Così da educatore ha affrontato alcuni episodi di storia patria, mostrando come l’amore verso i giovani non sia disgiunto da quello per la sua terra e per la sua patria che ha voluto ricordare nei suoi scritti. Sicché la Targa al Merito che la Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia gli consegna non solo è un riconoscimento per uno studioso che vi ha aderito da sempre, ma un ulteriore attestato per uno schietto educatore che ha saputo guidare e orientare generazioni di insegnanti e di alunni.
Ill.mo Prof. Salvatore Cassati
Da sempre impegnato, nella sua città natia, nella vita politica nell’Italia repubblicana, è vicesindaco di Tricase nel 1945, sindaco nel 1959, daccapo sindaco nel 1972. Durante il suo primo mandato di sindaco sono istituiti a Tricase il Liceo Scientifico, l’Istituto Magistrale, gli Istituti Professionali.
Salvatore Cassati è, del resto un uomo di scuola. Professore di Lettere Moderne, svolge la sua carriera di Preside, dai primi anni Cinquanta come incaricato, sino al 1986. Professore di Lettere nella scuola media per vari anni, ha lasciato tra i suoi allievi un grato ricordo. Ha fondato e presieduto dal 1964 al 1971 la Sezione di Tricase della “Società Dante Alighieri”, dal 1977 al 1988 la Sezione distrettuale UCIIM di Tricase.
Cultore di storia patria ha offerto diversi e preziosi contributi ed è stato tra i sostenitori e i fondatori della Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia.
Personalità schiva e retta, dall’apparenza burbera ma nei fatti fortemente disponibile all’ascolto e all’aiuto umano, Salvatore Cassati ha saputo trasmettere come professore, come preside, come uomo politico, come organizzatore culturale, come cittadino, il senso del dovere, dell’impegno, della serietà.
Egli è stato ed è di quei Tricasini che hanno messo la loro vita al servizio della comunità e degli ideali, senza ricerca di prebende e appannaggi particolari, ma con animo volto al pubblico interesse. In questo senso egli si è sempre impegnato con serietà e onestà di giudizio, mostrando nei fatti la necessità di vivere con coerenza e linearità, senza scivolare nei compromessi. Da questo punto di vista, la sua testimonianza etica è esemplare.
Laureatosi a Roma col prof. Francesco Ercole, che aveva ricoperto la carica di ministro dell’Educazione Nazionale, Salvatore Cassati è sempre apparso a chi lo ha conosciuto e frequentato come un Cincinnato della politica, della scuola e della cultura, sempre pronto ad intervenire laddove necessario e pronto a mettersi volentieri da parte, quando le circostanze non richiedevano il suo impegno diretto. In questo è sempre stato sostanzialmente un uomo libero, dal là dei suoi credo per i quali si è battuto.
I suoi saggi sulla Chiesa di san Domenico e su Santa Maria de Amito esprimono molto bene, per la loro precisione, stringatezza, serietà e chiarezza, le caratteristiche di un uomo di lettere che non ama i fronzoli, di un uomo di scuola che per lunghi anni ha insegnato a vivere bene e correttamente, di una Persona a cui i Tricasini tutti sono affezionati.
Per queste ragioni, la Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia che nel suo percorso iniziale l’ha visto tesoriere integerrimo, socio mai assente, segretario accorto, gli consegna con gioia la Targa al Merito come si conviene a chi ha attraversato la vita della Città con animo di educatore.
Formatosi nel grande Ateneo romano dove insegnavano i più grandi maestri del tempo, alla scuola diretta di Filippo Vassalli, Vittorio Aymone, nato a Tricase, è venuto a svolgere, dal dopoguerra ad oggi, la sua attività forense in quella Lecce che con Flascassovitti e Rubichi prima e poi con De Pietro, Massari, De Pace, Guacci, era esempio in tutta la Penisola sia di arte oratoria sia di magistrale esperienza giuridica.
E, nella Lecce dei grandi, Vittorio Aymone è stato ed è grande tra i grandi sì che la Toga d’Oro, conferitagli nel 1996, non rende appieno, pur nella sua indubbia e prestigiosa rilevanza, l’importanza che Vittorio Aymone ricopre nella storia dei penalisti italiani.
Maestro di sapienza giuridica e insuperato signore dell’arte della parola, riconosciuto da sempre tra i grandi del Foro leccese che gli ha tributato ampi riconoscimenti e affidato importanti cariche, ha avuto la sorte di ricevere due cittadinanze onorarie, quella della Città di Tricase che gli ha dato i natali e quella della Città di Lecce che, insieme a tante illustri sedi giudiziarie, ne ha ammirato la passione forense e civile.
Perché Vittorio Aymone non è solo il grande avvocato di cui è fiera la Penisola italica che nella sua storia plurimillenaria non è seconda a nessuno nell’arte del dire e nella sapienza giuridica, è anche uomo che si è speso per la sua terra. Così negli anni Cinquanta, all’interno dell’Amministrazione Provinciale contribuì non poco per il risanamento della rete stradale, favorendo, tra l’altro l’apertura della litoranea che dalla Serra di Tricase giunge a Leuca, una delle strade più suggestive d’Italia. Attento altresì, alla patria leccese, fu tra i promotori delle Celebrazioni salentine, che riscoprirono con successo la storia locale, portando a Lecce studiosi insigni, e fu tra i promotori del Consorzio Universitario da cui scaturì l’Università di Lecce (oggi, con nome più vago, Università del Salento) che fu osteggiata da politici e letterati, ma che ha saputo nel corso degli anni non solo formare professionisti, ma registrare la presenza di studiosi che si sono meritatamente illustrati nella Repubblica delle lettere.
Anche per queste ragioni la Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia non può, in uno dei suoi primi atti, che conferire a Vittorio Aymone una Targa al Merito, sicuramente piccola cosa per una Personalità di sì ampio respiro, ma espressione di sincero affetto e riconoscenza di quella “piccola patria” che egli non ha mai dimenticato.
È da leggere, di Vittorio Aymone, la raccolta di scritti promossa dall’Ordine degli Avvocati di Lecce e curata da Pasquale Corleto e Viola Messa (Milano 2007), summa preziosa per comprendere l’avvocato, il giurisperito, l’Uomo. Ivi Aymone, commemorando Michele De Pietro, scrive che la saggezza è armonia. “ Armonia del pensiero, nella elaborazione delle idee fondamentali che determinano i convincimenti dell’uomo e divengono suoi ideali e sua guida; armonia dello spirito, nel controllo delle reazioni istintive dinanzi alle difficoltà della vita (...); armonia del giudizio nella valutazione degli uomini e dei fatti che vengono realizzati intorno a noi”. L’immagine di una vita guidata armonicamente dalla ragione e dal sentimento, come quella, appunto, di Vittorio Aymone.
Ecco: nel consegnare la Targa al Merito all’Avv. Vittorio Aymone, la Sezione di Tricase intende celebrare non solo l’avvocato insigne, il cittadino partecipe, il tricasino mai dimentico della sua terra, ma colui che nella sua lunga vita fa trasparire l’antica saggezza che ebbe già vita, in secoli lontanissimi, nell’Italia meridionale pre-romana.